Sulle orme degli eroi: “viaggio nel viaggio” lungo l’Autobrennero

Non solo un’autostrada ma un sentiero intriso di storia in perenne evoluzione. Che presto si trasformerà nel primo Green Corridor d’Europa

“L’autostrada del Brennero è bellissima. Va percorsa avendo in mente l’intenzione di fermarsi, almeno una volta o due, uscire dall’automobile e guardarsi intorno. È una delle autostrade più belle del mondo”. Con queste parole, il noto giornalista Paolo Mieli ha recentemente definito la A22 in occasione delle 60 candeline spente da Autostrada del Brennero, la società che ha realizzato e gestisce questa autostrada. Una prospettiva diversa da quella ordinaria, ma non per questo meno vera. Nei 314 chilometri che separano il confine del Brennero da Modena, il viaggiatore lambisce i ghiacciai alpini e le Dolomiti, si immerge nella valle dell’Adige e nella sua distesa di viti, sfiora quel lago di Garda che con i suoi venti costanti ha costruito l’oro olimpico Ruggero Tita, attraversa un crocevia di storia come Verona, si tuffa nel Rinascimento mantovano e osserva la maestosità del Po, padre e anima della Pianura Padana.

Sono 314 chilometri di paesaggi sempre diversi, millenni di storia che si srotolano ai piedi di chi viaggia per svago, o rincorrendo l’ennesimo appuntamento di lavoro. Prima di lui, fin dalla preistoria, la Via del Brennero è stata percorsa da cacciatori, mercanti, eserciti, avventurieri e viaggiatori, tutti alla ricerca dell’angusto passaggio che collega, attraverso le Alpi, il Mediterraneo al Nord Europa.

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