Salò, dalla “Magnifica Patria” a noi

città di Salò

Un luogo dall’incantevole posizione, che nasconde una storia tutta da ammirare e conoscere

Lungo il perimetro del Lago di Garda, si incontra la piccola e graziosa cittadina di Salò. Situata nell’area del parco Alto Garda bresciano e affacciata sul golfo, è luogo ideale per ammirare tutta la bellezza delle tinte azzurre delle acque lacustri e le macchie verdi della vegetazione mediterranea.

La rinomata Salò, un tempo Salodium, attrae chi passeggia per i suoi vicoli e per le sue vie mostrando un patrimonio artistico, culturale, storico ben custodito nelle piccole dimensioni del centro. La sua fama ha inizio già nel ‘400 quando i comuni dislocati tra la riviera bresciana e la Val Sabbia, si riunirono per chiedere protezione a Venezia contro i continui saccheggi dei barbari. Salò divenne quindi capoluogo della Magnifica Patria e diede inizio al rapporto con Venezia, oggi ancora visibile per i richiami al Leone di San Marco in numerosi comuni bresciani. La città lagunare garantiva ai paesi larga autonomia, riscuotendo un tributo annuale ed esercitando il controllo tramite un Provveditore e un Capitano di Riviera.

Oggi la sede municipale ha sede proprio presso il Palazzo della Magnifica Patria, sul lungolago, e proseguendo oltre un portico del ‘300, si incontra il Palazzo del Podestà con la ricca biblioteca dell’Ateneo dove sono custoditi pregiati documenti risalenti alla Magnifica Patria. Spostandosi quindi nel centro storico non si può che rimanere incantati dinnanzi ai palazzi signorili risalenti al periodo ‘400 – ‘600, alla porta della Fossa e alla Torre dell’Orologio, tutte testimonianze del prestigioso valore storico-artistico racchiuso in questa cittadina.

La visita al Duomo, realizzato in stile tardo gotico e risalente al 1453, permette di ripercorrere un itinerario nell’itinerario attraverso le tele del Romanino, di Paolo Veneziano, gli affreschi di Palma il giovane e il crocifisso in legno policromo del battistero, opera di Giovanni Teutonicus.

Credits foto: Pedretti, Merighi, Assolato

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