Sognare sulla vetta del mondo: intervista a Mario Dibona

mario di bona sulle alpi svizzere

Nato e cresciuto sulle Dolomiti, Mario Dibona le conosce meglio di ogni altro luogo. L’alpinista ed esploratore si racconta a Glance

CORTINA – Nelle vesti di esploratore Mario Dibona ha arrampicato in Europa e nel mondo, fino alle montagne più alte, dall’Himalaya al Karakorun, dall’Alaska alla Nuova Zelanda, fino al Perù sulla Cordillera Blanca e in Ecuador. Sulle Dolomiti ha concatenato in 7 giorni tutte le cime importanti della conca cortinese in pieno inverno da solo e senza mai scendere a valle per rifornirsi. Appassionato di sci alpinismo e sci fuori pista ha sciato su quasi tutti i ghiacciai delle Alpi e nei fiordi norvegesi, sul monte Toubkal in Africa e sul monte Elbrus in Russia.

Mario, com’era da bambino? Sognava già la montagna?

“Da bambino correvo e mi arrampicavo ovunque, vedevo una casa dovevo arrivare sul tetto, su ogni albero, roccia, muro e quant’altro attirasse il mio interesse nel provare a salire in alto. Ero talmente vivace che a furia di correre mi si surriscaldava il sangue e mi venivano degli ematomi sulle gambe. Per evitare che mi facessi male mio papà aveva trovato una soluzione originale: mi legava una corda alla vita…”.

Le montagne stanno cambiando, aspetto molto delicato per una guida alpina. Cosa sta accadendo?

“Un gruppo di scalatori, gli Scoiattoli di Cortina, nel 1969/70 fece una scalata sul Sorapis. Fecero epoca. Ma un mese dopo era scomparsa completamente la torre che avevano scalato. I crolli ci sono sempre stati e sempre avverranno. Cambiano le montagne ma cambia anche il rapporto esseri umani-montagne. Un tempo si scalava per conquistare la vetta più alta, oggi si gareggia. L’arrampicata sportiva è ormai una disciplina ai Giochi Olimpici e Paralimpici. Dobbiamo distinguere l’alpinismo come conquista della montagna e l’arrampicata come competizione basata su difficoltà crescenti, che peraltro attira oggi moltissimi giovani e, come ogni sport, a fronte di un allenamento costante non presenta rischi particolari. Questo ha segnato un grande punto di svolta”.

INFO: www.dolomitiskirock.com

altre notizie